LIBRI: PREMIO O CASTIGO? Gianni Rodari scrisse “_Non si nasce con l’istinto della lettura, come si nasce con quello di mangiare e bere_”. Leggere non si può definire un’attività primaria dell’individuo, eppure viene riconosciuto come un bisogno intellettuale legato, principalmente, alla formazione del bambino e dell’adolescente. Si dice che leggere è l’alimento dello spirito, sarà forse per questa ragione che, da anni, gli educatori, gli insegnanti e i genitori costringono i ragazzi a leggere. Anche per i giovani ventenni non è difficile ricordare le scuole elementari. Tutti costringevano a leggere e tutti mettevano nelle mani dei bambini un libro. Magari i libri di testo, associando a questi le temute interrogazioni e i voti che dovevano essere sempre alti per ricevere il tanto atteso premio alla fine dell’anno scolastico. Molti studiosi affermano che non c’è niente di più sbagliato: leggere significa scoprire, conoscere, curiosare, amare, soffrire: in poche parole vivere emozioni. Ecco allora che il libro diventa gioco, con il libro ci si può anche divertire. Un libro per conciliare la didattica ludica con l’animazione alla lettura. Un libro-miniera dal quale estrarre creativamente idee sempre nuove e adatte ai diversi contesti, per "ri-animare" la lettura e trasformarla in un gioco. Ri-animare la lettura significa risvegliare la curiosità per la parola scritta, per il racconto, viaggiare nel mondo della fantasia e allo stesso tempo utilizzare strumenti propri dell'animazione, intesa come anima in azione, idee in movimento che si generano nello scambio del gruppo.
{text:list-item} Nel XVIII e XIX secolo, il libro per ragazzi doveva essere:
Attraente
Piacevole
Magico
Qualunque libro era considerato come un prodotto da vendere, contenente un certo valore tra le due pagine di copertina e bisognoso di essere decifrato. Prima che i bambini fossero spinti a leggere e prima che ci fosse un mercato del libro (nato con l’avvento...