Politiche a Gesti

Politiche a Gesti

Politiche a gesti: argomentare in uno studio televisivo1
Giacomo Festi

1. Introduzione Il nostro intervento si colloca allÊinterno di un percorso di ricerca che intercetta, fin dal titolo, almeno quattro aree tematiche, tanto dense di risvolti teorici quanto rarefatte rispetto alla presenza di contributi analitici in una prospettiva non solo strettamente semiotica ma più generalmente collocabile allÊinterno delle scienze dellÊuomo. Queste aree sono: i) lÊargomentazione in quanto pratica, ii) il ruolo della gestualità co-verbale nei processi argomentativi, iii) i destini del discorso politico come genere, iv) il ruolo della mediatizzazione televisiva. Ognuno di questi temi potrebbe presiedere alla costituzione di corpora differenti, sulla base di ipotesi di lavoro altrettanto specifiche e distintive. Dovendo operare delle restrizioni di ordine tattico, privilegiamo qui un ventaglio di problematiche inerenti al legame tra gesto e argomentazione, alla luce di un attraversamento della letteratura sulla gestualità, arricchita in questo ultimo decennio dalla marcata autonomizzazione di un vasto campo di ricerca che va sotto il nome di gesture studies2. Va precisato tuttavia fin da subito che la letteratura più specifica inerente alle connessioni tra gestualità e argomentazione è alquanto laconica se non lacunosa. Non andrebbe molto meglio, dÊaltro canto, per chi volesse studiare i politici in televisione e la loro gestualità3, nonostante la loro presenza sia sempre più manifesta nei palinsesti italiani. Alquanto rada anche la letteratura sulla specifica mediazione offerta dallÊidentità delle trasmissioni politiche, a fronte di una proliferazione di studi su fiction e reality show.

1 Comunicazione presentata al XXXVII congresso dellÊAssociazione Italiana di Studi Semiotici, „Politica 2.0. Memoria, etica e nuove forme della comunicazione politica‰, Bologna, 23-25 ottobre 2009. 2 Adam Kendon e David McNeill sono le due figure principali che hanno trainato questa...